Ciciri. Racconti di terra di Sicilia.
CICIRI. Racconti di terra di Sicilia.
Sono 14 racconti diversi l’uno dall’altro per ambientazione temporale, per localizzazione, anche per stile narrativo.
* Ciciri è ambientato nella Palermo del 1282: I Vespri Siciliani.
*La qualora fa bene … ma non assai è una dichiarazione d’amore per la lingua siciliana.
*Una controstoria risorgimentale al Pizzo della Niviera, sulle colline di Baida.
*La gazza che ladra non era. Dalla lontana America un ritorno in un paese della Sicilia per onorare l’innato senso di giustizia.
*La rivolta della Gancia. 12 gennaio 1848. Amore e imbrogli nella grande storia di Sicilia.
*Tabulae maris. Una storia tenera. L’amore di due ragazzi, a Sciacca, che finisce per il ritrovamento delle Tabulae maris.
*Pennù. Una bambina scopre la storia nascosta della trisavola e dei picciotti garibaldini.
*Io naqui veneziano. Controstoria su Ippolito Nievo, sottointendente della cassa garibaldina, inizialmente vuota e poi riempita in Sicilia e poi svuotata.
*Il marinaio ignoto. Amore e morte, a Cefalù, sotto gli occhi del quadro di Antonello da Messina.
*I kutrara. Castellammare del Golfo 1862. Prima grande rivolta nel Regno d’Italia. La strage non risparmia i bambini.
*Nel mare non c’è taverna. Una storia d’incomprensione generazionale, schematizzata nell’uso o nel rifiuto della lingua siciliana.
*U pixi puzza di la testa. Palermo 2 giugno 1946. Contrasti familiari per il referendunm istituzionale.
*Quante stelle ci sono nel firmamento. Un timido amore ricordando una delle novellatrici di Giuseppe Pitrè e un suo cuntu.
*Ku fu fu, fu Turriciano. Siamo nel 1867, a Castellammare del Golfo. Morte di un brigante come dicevano i piemontesi o poesia per un bandito diventato eroe popolare?

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