Copia di GRAMIGNA Storie di Gente di Sicilia di SANDRA VITA GUDDO a cura della Redazione blog TRINACRIA

             

“CICIRI RACCONTI DI TERRA DI SICILIA”

di SANDRA GUDDO

Edizioni DEL RICCIO 2018

 

A cura di MARIZZA RUSIGNUOLO

 

Già il titolo del romanzo della scrittrice Sandra Guddo “Ciciri” non lascia dubbi circa l’ambientazione del testo. E’ la Sicilia, infatti, a fare da protagonista e l’autrice ci offre uno spaccato del luogo e dei suoi abitanti: i siciliani, ora attraverso un piatto tipico della tradizione e della cultura siciliana, ora rievocando mestieri di una Sicilia rurale oggi scomparsi, ora attraverso episodi e personaggi storici legati all’ isola . Ciò che rende affascinante la sua scrittura è proprio il sapersi destreggiare abilmente tra storia e invenzione per cui da contesti che hanno segnato la storia della Sicilia si snodano alcuni dei racconti che costituiscono l’asse narrativo del romanzo.

La storia corale d’Italia finisce così, con l’intrecciarsi con la storia individuale dei protagonisti di alcuni dei racconti e i temi emergenti da ognuno di essi, quali il ritorno, la solitudine, l’emigrazione, la nostalgia, la delusione, il male di vivere, ne connotano fortemente il profilo e li annoverano come tipici del romanzo novecentesco.

Storia ed attualità, dunque, si intrecciano nei racconti che sembrano correre sullo stesso filo senza creare dicotomie o difformità per cui da personaggi, fatti o fenomeni storici narrati, come quelli inerenti a Rosolino Pilo, ad Ippolito Nievo, ai Vespri siciliani , al brigantaggio in Sicilia , si passa con duttilità a problematiche oggi molto dibattute quali la tutela e la salvaguardia dell’ambiente o la telematica e facebook , in un connubio armonico ed insolito.

I luoghi dei racconti, poi, come Palermo, Cefalù, Castellammare del Golfo, Scopello Caltanissetta, Enna, costituiscono quasi una mappa della Sicilia con le sue bellezze paesaggistiche e i suoi monumenti, costellata da personaggi particolarmente caratterizzati a cui l’autrice, con uno scavo psicologico e con un accurato tocco descrittivo attribuisce, talvolta, degli atteggiamenti che contravvengono agli stereotipi che li connotano e alle aspettative del lettore.

 Il protagonista del primo racconto, ad esempio , un soldato francese al seguito di Carlo D’angiò , durante i Vespri siciliani, si sveste della sua identità e, con un epilogo quasi fiabesco e inaspettato , viene salvato dalla sua scomoda posizione di disertore , dall’amore di una donna e da quei “ciciri” che danno il titolo al romanzo.

Anche i briganti dell’ultimo racconto, lungi dall’essere sanguinari e prepotenti si rivelano filantropi, generosi con i più deboli ed anche sensibili alla poesia. La campionatura di personaggi femminili, inoltre, che l’autrice segue dettagliatamente nell’evolversi delle loro aspirazioni e sentimenti come Romilda, Penelope o Candida, sono interpreti di un’atavica sicilianità nella loro fierezza, tenacia, passionalità.

Proprio nel mixare temi e personaggi più disparati con sintagmi oscillanti a tratti , tra lingua e dialetto, consiste la seduzione della prosa di Sandra Guddo che , con maestria riesce, quasi “ fulmen in clausola” a creare , nella costruzione delle storie , una sorta di attesa e suspence che coinvolge il lettore , mentre con l’uso sapiente del lessico e di figure retoriche, quali l’anafora , la similitudine, l’ossimoro , evidenzia un lirismo prorompente che conferisce ai racconti un ritmo naturale ed avvincente .

Quest’ultimo ricavato anche, con il ricorso, nel tessuto narrativo della lingua letteraria, di termini , modi di dire e proverbi dialettali che trasportano il lettore in una Sicilia che, con piglio cinematografico , lo affascina per i suoi variegati ed inebrianti colori , odori , tradizioni , immagini particolarmente icastiche.

Marizza Rusignuolo

Marzo 2022

 

 

 

Una raccolta di novelle, 17 racconti di vita quotidiana, attraversa alcuni momenti della storia del popolo siciliano. Storie di lotte sono al centro dell’intera opera, da quelle contadine dei Fasci siciliani dei Lavoratori a quelle ambientate prima e durante lo sbarco degli Alleati in Sicilia.

Tutti i racconti sono tenuti insieme da un filo rosso, che spezza la storia in due. Da una parte vi è la storia convenzionale della Sicilia: una storia propugnata da chi voleva farne una terra di conquista, da chi, attraverso una subdola manipolazione, voleva ergersi a salvatore di un’isola prostrata. Dall’altra, la storia di chi realmente viveva questa terra, di chi si ribellava, di chi resistette ai tentativi di reprimere l’essenza stessa della Sicilia.

Il sentimento di sicilitudine – termine ripreso dal grande Leonardo Sciascia – è quello che contraddistingue inconfutabilmente i protagonisti delle 17 novelle. La sicilitudine, che si oppone alla sicilianità, emerge in ogni frase, in ogni aneddoto descritto dall’autrice.

Ogni vicenda cela infatti una rigorosa ricerca sul campo. Sandra Guddo non si limita a descrivere vicende e personaggi con l’occhio freddo e distante di chi vuol rappresentare caratteristiche di una sicilianità stereotipata. Al contrario, le sue indagini mirano alla ricerca del cuore pulsante del popolo siciliano.
Ne è un’esempio u carritteri, protagonista di una delle novelle, che esprime perfettamente l’essenza dell’identità siciliana. Dopo aver perso moglie e figli nel periodo della Spagnola, Alfio è costretto a emigrare. Attraversato da quella che può sembrare un’epifania, decide di rimanere nella sua terra.

«Resterò qui, altrove sarei uno straniero venuto da lontano e con il tempo potrei dimenticare chi sono e diventare straniero perfino a me stesso».

L’essenza della sicilitudine è quindi il profondo sentimento di appartenenza verso la propria terra; un sentimento che non si arresta e non si piega di fronte a niente, ma che invece fa emergere la forza e la resistenza di quel popolo. I protagonisti delle novelle sono, infatti, tutti espressione di un’esigenza comune: quella di raccontare la controstoria, che convenzionalmente non abbiamo modo di conoscere tramite vie accademiche o scolastiche, costituita dalle piccole storie quotidiane dei vinti, dai contesti popolari siciliani di cui l’autrice ha abilmente colto l’anima.

Tra passato e futuro

Attraverso un’immersione nella cultura di un popolo lontano nel tempo, ma vicino nelle lotte di ribellione, l’autrice coglie perfettamente le affinità tra presente e passato, tra quello che siamo stati e quello che potremmo tornare a essere. Una ribellione che si esprime nei piccoli gesti quotidiani di chi si rifiuta di obbedire agli ordini di un padrone, di chi lotta contro il proprio tempo.
Gramigna è espressione di un fervido contrasto, presente a tutti i livelli del panorama siciliano. Così come la gramigna, pianta infestante e devastante, dalle proprietà velenose, ma che al tempo stesso arreca enormi benefici all’essere umano e che sviluppa una forte resistenza al calpestamento, noi siciliani ci ergiamo, facendo dei nostri grovigli la nostra forza. Di fronte alla tirannia di chi ci vuol calpestare, non reagiamo inermi, ma ci ribelliamo, sviluppiamo una capacità unanime di unirci, di farci impermeabili nei confronti di chi ci vuol penetrare, di chi con la forza vuole stuprare la nostra essenza.

BLOG TRINACRIA NOVEMBRE 2921

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