MYRIAM DE LUCA: EMOZIONI E RISCATTO
Seconda opera della scrittrice dopo il romanzo “Via Paganini 7”. La raccolta di poesie, intitolata “Esortazioni solitarie”, Il Convivio Editore, riprende il filo conduttore della precedente narrazione coniugando interiorità e impegno civile.
Si coglie in tutte le liriche un forte impulso a esternare sensazioni che fanno parte del mondo affettivo dell’autrice, ma che spesso fuoriescono dalla sua interiorità per dar luogo ad accenti di accorata partecipazione civile. Ciò avviene per esempio nella poesia “Mafia e sale” dedicata al giudice Falcone, in cui la sofferenza per una Sicilia ancora immutabile di fronte alle nefandezze dell’”onorata società” viene mitigata metaforicamente dal sale, che asciuga “l’humus di antichi e nuovi orrori”.
In un’altra poesia, “Travestita d’allegria”, è l’ingiustizia esistenziale a far mostrare una felicità fittizia che nasconde la solitudine.
Con “Profughi” Myriam ritorna alla rabbia sociale attraversata da sensi di colpa nei confronti di chi è stato deprivato della propria dignità.
“Aspetto” è secondo me la lirica che evidenzia più chiaramente la poetica dell’autrice. Vi si descrive l’attesa della persona amata, che improvvisamente si materializza in un ambiente chiassoso e di “finta allegria”.
Il filo conduttore della scrittrice, sia nell’opera narrativa che in quella poetica, è sempre questo alternarsi senza soluzione di continuità di disillusione e speranza, prostrazione e riscatto.
Pippo La Barba
Febbraio 2019