Incipit:
Uno scrittore non dimentica mai la prima volta che accetta qualche moneta o un elogio in cambio di una storia. Non dimentica mai la prima volta che avverte nel sangue il dolce veleno della vanità e crede che, se riuscirà a nascondere a tutti la sua mancanza di talento, il sogno della letteratura potrà dargli un tetto sulla testa, un piatto caldo alla fine della giornata e soprattutto quanto più desidera: il suo nome stampato su un miserabile pezzo di carta che vivrà sicuramente più a lungo di lui. Uno scrittore è condannato a ricordare quell’istante, perché a quel punto è già perduto e la sua anima ormai ha un prezzo.
La mia prima volta fu un lontano giorno di dicembre del 1917. Avevo diciassette anni e … … …
Desinit:
Allora seppi che avrei dedicato ogni minuto che ci restava da passare insieme a renderla felice, a riparare al male che le avevo fatto e a restituirle ciò che non avevo mai saputo darle. Queste pagine saranno la nostra memoria fino a quando il suo ultimo respiro si spegnerà tra le mie braccia e l’accompagnerò al largo, dove s’infrangono le onde, per immergermi con lei per sempre e poter finalmente fuggire dove né il cielo né l’inferno potranno mai trovarci.